Finalmente abbiamo provato il nuovo gioiello di Remedy entertainment, e il nostro verdetto non può che essere positivo.

Sono passati ben quindici anni da quando lo scrittore Alan Wake, in quel di Bright Falls, finiva sommerso dal suo stesso incubo, non potendo farne (almeno momentaneamente) più ritorno.

Già da anni si vociferava di un Alan Wake II, non trovando poi voci concrete. Ora, dopo l’annuncio ufficiale di quasi due anni fa, lo abbiamo provato, giocato e spolpato fino all’osso, e per quanto ci siano degli aspetti che non ci abbiano entusiasmato più di tanto, riteniamo il titolo assolutamente valido e coinvolgente, tanto da spingerci a ricominciarlo una terza volta per tentare di comprenderne fino in fondo la trama, estremamente – forse in modo anche un po’ eccessivo appunto – complessa e articolata.

La copertina ufficiale di Alan Wake II

Dove eravamo rimasti….

Nel primo Alan Wake – che ha anche goduto di una remaster di recente – ci siamo tuffati in una storia senza precedenti, che vedeva Alan Wake, scrittore di best-seller, invischiato in una crisi creativa che lo spinge a recarsi con la moglie Alice nella cittadina di Bright Falls, con l’intento di ritrovare l’ispirazione. Una volta giunti in loco, le cose prendono una svolta inaspettata: Alice scompare e Alan inizia la sua personale ricerca restando coinvolto in eventi sovrannaturali ed inquietanti.

Il gioco, così come il nuovo, è strutturato come una serie TV ad episodi, con tanto di riassunto della puntata precedente all’inizio di ogni nuovo capitolo; questo aspetto aumenta il coinvolgimento del videogiocatore, ampliando così l’interesse e la voglia di sapere le cose come andavano a finire.

Con Alan Wake II non cambia questa forma, ma sicuramente cambia la sostanza, in quanto abbiamo un titolo rinnovato dal punto di vista grafico (sia su PS5 che su Series X e PC gira benissimo) con luci e ombre davvero ai confini dell’immaginario collettivo; ma anche il gameplay risulta profondamente rinnovato, con meccaniche decisamente più intuitive e nemici ancora più forti e agguerriti.

Da un punto di vista grafico AWII si dimostra essere uno dei migliori in circolazione

In questo secondo capitolo non controlliamo solo lo scrittore, ma anche Saga, un’affascinante agente dell’FBI che cercherà di gettare luce su alcuni misteriosi eventi che hanno interessato sempre Bright Falls, in particolare su un omicidio che è avvenuto nella già citata cittadina, teatro degli eventi del primo gioco.

Il ruolo di Alan, ancora intrappolato nel “Luogo Oscuro” – dove lo avevamo lasciato alla fine del gioco originale – dopo averci trascorso più di un decennio in tale dimensione alternativa, è quello di una persona come sempre perseguitata da forze sinistre; una fuga continua che col passare degli anni ha messo a dura prova la sua mente sempre più fratturata.

In questo titolo abbiamo apprezzato la possibilità di passare da un personaggio all’altro, questione che permette di comprendere meglio alcuni aspetti della trama, ma, dall’altro lato, la storia risulta essere troppo ‘vistosa’ e poco comprensibile se si cerca di stare dietro a tutti gli aspetti meramente narrativi, fin troppo sofisticati e alla lunga stucchevoli. Un episodio che sicuramente farà contenti i fan del brand, ma che potrebbe però risultare al contempo noioso a tutti coloro che vogliono semplicemente godersi una storia ‘horror’ senza troppi fronzoli.

Saga Anderson è un personaggio ben caratterizzato ed efficace ai fini della trama

Nel complesso però, come già specificato, abbiamo a che fare con un ‘must’ degli survival-horror, che ovviamente si differenzia profondamente da giochi come Silent Hill e Resident Evil in termini di concept, ma che in un’altro senso arricchisce ulteriormente uno scenario di titoli che soffriva un po’ l’assenza di storie a tema introspettivi come questa.

Se non siete avvezzi al filone fate uno sforzo anche se la trama non vi convince, perché alla fine vedrete pure voi che ne sarà valsa la pena, magari anche recuperando il primo gioco se ancora non l’avevate approcciato.

VOTO 8/10

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